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Dishcovery: la soluzione digitale a supporto del settore Ho.Re.Ca.
La Start Up modenese che ha sviluppato il menù digitale
Stanchi dei soliti menu cartacei, spesso fonte di poca pulizia, contagio ed inquinamento? Oppure, delle difficoltà incontrate quando vi recate presso i locali le attività Ho.Re.Ca. di un paese straniero al fine di provare un nuovo piatto, del quale, però, non riuscite a comprendere né gli ingredienti né la relativa storia? Per non parlare, delle interminabili code che spesso siete costretti a fare prima di potervi sedere al ristorante. Oppure in occasione del pagamento, rendendo, così, stressante, un momento della giornata che, al contrario, dovrebbe essere piacevole. Tranquilli: una start-up siculo/emiliana è riuscita ad elaborare un software gestionale in grado di porre fine a tutti questi disagi. Vediamo insieme qual è e come funziona!
Nell’ultimo anno e mezzo, il mondo della ristorazione e tutto il settore Ho.Re.Ca. ha subìto bruschi quanto impellenti cambiamenti, costringendo le aziende del settore a chiudere durante i lockdown ed a rivedere le relative attività di vendita, comunicazione e marketing in una prospettiva più digitale, che fisica, come, peraltro, già riportato, in linea generale, nei nostri precedenti articoli “Fare marketing durante la pandemia Covid-19” e “La comunicazione ai tempi del Coronavirus”. In un primo momento, i ristoranti, soprattutto a gestione familiare e quelli indipendenti, si sono trovati poco preparati ad affrontare questa trasformazione, anche a causa delle numerose soluzioni digitali proposte, spesso costose e dall’elevate commissioni, creando molta confusione in un settore, come quello dell’Ho.Re.Ca., che, in Italia, è ancora poco digitalizzato.
Cos’è Dishcovery e come nasce.
A supporto della suddetta situazione, è, tuttavia, intervenuta Dishcovery, una start-up siculo/emiliana, con sede operativa a Bologna, operante nel segmento del B2B e che si presenta come una soluzione all-in-one, proponendo al ristoratore, non solo di gestire il proprio menù digitale, ma anche la relativa piattaforma e-commerce, senza alcuna commissione sulle vendite, nonché di gestire i dati dei propri clienti, in modo da far promozione diretta verso i medesimi.
L’idea nasce nel 2018, da due giovani: l’agrigentino Giuliano Vita (CEO & Co-Founder) ed il modenese Marco Simonini (CMO & Co-Founder), i quali, durante un’esperienza lavorativa in Cina, esausti delle difficoltà incontrate nel capire cosa stessero mangiando, si rendono conto che il primo problema riscontrato dai turisti stranieri, quando siedono al ristorante, è la non comprensione del menu; difatti, ancora oggi, più del 50% delle parole in esso contenute, non è traducibile perché i nomi dei piatti e/ o degli ingredienti, non trovano una corrispondenza in altre lingue, e da qui, l’intuizione e la determinazione nel creare un menu digitale, multilingua ed interattivo, capace di raccontare e promuovere la cultura enogastronomica italiana.

Mission, collaborazioni e riconoscimenti.
La mission di Dishcovery non è, semplicemente, quella di proporre menu digitali tradotti al fine di superare le barriere linguistiche, tanto da parte dei turisti stranieri, quanto da quella dei ristoratori, ma di abbattere, allo stesso tempo, anche le barriere culturali, dato che, spesso, la traduzione letterale di un menu, non è sufficiente a far comprendere a tutti, ciò che ci si accinge a mangiare; ad esempio, alcuni ingredienti regionali italiani, per essere compresi ed immaginati dal cliente, hanno bisogno di una descrizione più ricca. Ecco, allora, che, un menu digitale in grado di raccontare i piatti ed i relativi ingredienti, può rappresentare un’idea vincente, diventando protagonista nell’ambito della cultura agroalimentare italiana, uno strumento interattivo, capace di guidare il cliente lungo un percorso enogastronomico, come un vero cameriere abile nel parlare tutte le lingue del mondo.
Oggi, più di 4.000 ristoranti utilizzano la tecnologia Dishcovery, facendo registrare all’azienda, nel 2020, il 560% in più di fatturato, rispetto all’anno precedente. La credibilità del progetto è, ulteriormente, comprovata da due principali aspetti:
1) le numerose ed influenti collaborazioni che Dishcovery ha già avviato nell’ultimo anno e mezzo, tra le quali menzioniamo: Panino Giusto ed alcuni ristoranti della catena Autogrill, come Motta e Bistrot; altre ancora sono in procinto di iniziare, come quelle con la catena Tortellino, Welldone, ChefExpress e Fc Retail s.p.a.(RED Feltrinelli); a questi, si aggiungono, peraltro, hotel, piccole catene nell’ambito della ristorazione, situati, principalmente, tra Milano, Venezia e Roma e ristoranti di alto livello come Ristorante Cracco, Pepe in Grani e l’Osteria Francescana di Massimo Bottura; si tratta dell’unica soluzione digitale distribuita in Italia da Coca-Cola ed AB inBev, e si prospettano rilevanti alleanze anche con grossi gruppi come AliPay e l’Aeroporto di Fiumicino;
2) ed i prestigiosi riconoscimenti che la società modenese ha già, sin qui, conseguito, quali: “Migliore Start-Up Turismo 2018” secondo il Politecnico di Milano, un premio per il programma di “Accelerazione FactorYmpresa” indetto da Invitalia ed il primo posto per il programma di accelerazione “Il negozio del futuro“, organizzato da Axepta, appartenente al gruppo BNP Paribas.
Come funziona e quali sono i vantaggi.
Le principali fasi attraverso le quali Dishcovery realizza i propri menu digitali sono, essenzialmente, due, ovvero:
1) la traduzione del menu dei ristoranti in diverse lingue;
2) e la digitalizzazione dei menu in formato mobile;
3) Contactless, il non contatto tra le persone è la prima precauzione in tempo di pandemia.
In questo modo, viene creato, seguendo, esclusivamente, processi certificati ISO, un menu multilingua ed interattivo, consultabile da qualsiasi dispositivo mobile, utilizzabile con un semplice QR-code, senza la necessità di scaricare alcuna App, e capace di fornire una traduzione dettagliata di tutte le informazioni concernenti la cultura culinaria, i piatti, gli ingredienti, gli allergeni e gli abbinamenti di vino.
Ma, i vantaggi offerti dalla start-up siculo/emiliana, non finiscono qui; è giusto, infatti, sottolineare che, i ristoratori, i quali decidono di far parte del mondo Dishcovery, usufruiscono tra le altre cose:
– Assistenza e gestionale gratuiti,
– Traduzioni fatte da madrelingue,
– Dati e statistiche sui clienti,
– della possibilità di ricevere ordinazioni via WhatsApp (a riguardo, rimandiamo ai nostri articoli “Arrivato WhatsApp Business ufficiale su iPhone” e “L’importanza del Social Content ai tempi del Coronavirus”), ed eseguire pagamenti online,
– del vantaggio di personalizzare, al 100% ed in qualsiasi momento, il menu,
– dell’opportunità di collegare il menu a piattaforme online come, ad esempio, Tripadvisor, Google Maps, social network, ecc.
In ultimo, ma non in ordine di importanza, occorre sottolineare che, optare per una soluzione digitale, come quella proposta da Dishcovery, significa fare una scelta sostenibile e rispettosa dell’ambiente, limitando lo spreco di carta e plastica, troppo spesso utilizzati per la produzione dei classici menu fisici. In quest’ottica green, rientra, inoltre, il progetto Dishcovery Forest, realizzato in collaborazione con Treedom s.r.l., attraverso cui viene donato un albero per ogni nuovo cliente/ ristoratore che decida di far parte del mondo Dishcovery.
Fondi ed implementazione.
Al fine di sostenere lo sviluppo del proprio business model, incentrato sulla traduzione dei menu in un’ottica digitale, e, quindi, più innovativa, sia per facilitarne la comprensione ai turisti stranieri, sia per aiutare i ristoratori ad incrementare il fatturato derivante dalle loro attività, nel 2019, Dishcovery avvia la prima campagna equity crowdfunding sulla piattaforma mamacrowd, che, nel suo genere, è la più grande realtà in Italia, permettendo di investire nelle migliori startup e PMI italiane; nonostante, l’obiettivo minimo fosse di raccogliere 50 mila euro (su un target massimo di 150 mila euro), la società è riuscita ad andare ben oltre le proprie aspettative, raggiungendo 124 mila euro e reputando tale cifra congrua, data la contemporanea proposta, proveniente da alcuni fondi di investimento, di finanziare la società modenese. La somma così raccolta, è stata investita, soprattutto in attività commerciali, di marketing e di implementazione di nuove tecnologie, per scalare più rapidamente il mercato e testare nuovi modelli di business, tra i quali, i sistemi smart payment che si avvalgono di piattaforme come Apple Pay, WeChat Pay ed Alipay.
L’Italia, comunque, non è l’unico mercato di riferimento di Dishcovery, dato che, tra gli obiettivi, vi è anche quello di esportare l’idea in altri mercati europei, iniziando dalla Francia e dalla Spagna, paesi caratterizzati da una forte tradizione culinaria, un’industria del turismo in costante crescita ed un’identità storica che spesso crea barriere linguistiche e culturali per i turisti stranieri.
Anche per i suddetti motivi, Dishcovery prevede, inoltre, di introdurre, in futuro, nuove funzionalità, pensate specificamente per i clienti/ turisti come, ad esempio, la possibilità di prenotare il tavolo online, l’acquisto di menu fissi, nonché i pagamenti tramite dispositivi mobile, al fine di portare la realtà aumentata sui tavoli dei ristoranti.
Considerazioni finali.
La pandemia Sars Covid-19, come abbiamo già riportato nei nostri articoli “Il lockdown ed il boom degli e-commerce” e “Nuove strategie digital al tempo del Coronavirus”, ha evidenziato l’importanza delle start-up italiane operanti nel segmento del B2B, le quali sono riuscite a far diventare la fornitura di servizi di commercio elettronico ad altre imprese, il fulcro del loro business, ottenendo, così, risultati molto positivi, soprattutto, in favore di quelle piccole realtà aziendali, che non hanno avuto il tempo e le risorse necessarie per sviluppare un sistema in proprio, che consentisse loro di continuare a vendere online, e ciò, ha stimolato, appunto, le start-up a ricercare nuovi canali di vendita, volti a ridurre al minimo il contatto fisico e che potessero essere concepiti come sicuri ed efficienti per tutti.
Tra i settori maggiormente penalizzati dalla pandemia, vi è, senza dubbio, l’Ho.Re.Ca., che, tuttavia, è stato ed è quello che sta dimostrando di avere gli strumenti adeguati a sfruttare questo particolare momento storico per cambiare i tradizionali modelli di business e migliorare le proprie performance con soluzioni digitali; una di queste, è rappresentata dalla società modenese Dishcovery, grazie alla quale, oggi, è possibile parlare di ristorazione 2.0, ovvero, di ristoranti incentrati sì sulla tradizione culinaria, ma con una visione nuova, internazionale e sempre più proiettata al raggiungimento della massima soddisfazione della propria clientela.
“Dishcovery: il futuro è servito!”